Sindemia
Definizione
Il termine “sindemia” è stato introdotto negli anni Novanta dall’antropologo medico Merril Singer, ed è la crasi delle parole sinergia, epidemia, pandemia ed endemia. Il termine si riferisce alla condizione in cui un insieme di problemi di salute sono strettamente interconnessi e si intensificano reciprocamente, incidendo in modo significativo sullo stato di salute generale di una popolazione nel contesto di una configurazione di perduranti condizioni sociali dannose (Singer, 1996). Dapprima applicato alle malattie infettive, come l’HIV, il modello può essere applicato all’analisi di qualunque condizione patologica, dalle malattie croniche non trasmissibili (diabete, cancro, malattie cardiovascolari, malattie mentali), alle tossicodipendenze, la malnutrizione e le alterazioni del comportamento.
La sindemia è, quindi, un quadro concettuale utile a comprendere le malattie e le condizioni di salute che insorgono nelle popolazioni e che sono esacerbate dall’ambiente sociale, economico, ambientale e politico in cui una popolazione è immersa (Mendenhall et al., 2017). Questo innovativo approccio alla salute pubblica consente di studiare al meglio l’evoluzione e il diffondersi di malattie sullo sfondo del contesto sociale, politico e storico in cui si collocano, mettendo in relazione l’epidemiologia della malattia considerata con il contesto in cui si diffonde. L’approccio al modello è innovativo e rilevante perché invita ad allargare lo sguardo per identificare le barriere e le circostanze che causano, facilitano o comunque esacerbano le condizioni patologiche o che, al contrario, ne rappresentano un elemento di contrasto.
A differenza dei comuni modelli medici basati sulla comorbidità e multimorbidità, l’approccio sindemico considera gli effetti sulla salute delle interazioni fra le malattie e i fattori sociali, ambientali ed economici che ne favoriscono l’aggravamento. L’approccio sindemico considera lo stato di salute di una popolazione come risultante di un’ampia gamma di fattori: genetici e biologici, fisici e ambientali, ecologici, sociali, politici ed economici. Le malattie sono considerate come eventi sociali, in cui un ruolo preminente è giocato dalle disuguaglianze sociali e dall’esposizione a condizioni nocive.
Dal punto di vista antropologico, tale concetto rimanda alla differenza fra “disease” (un’esperienza sul piano fisico) e “illness” (un’esperienza sociale).
Alla base del concetto sistemico ci sono tre criteri: compresenza di due o più malattie come caratteristica del quadro patologico tipico di una determinata popolazione; l’interazione fra queste malattie sul piano biologico, sociale e psicologico; i fattori sociali su larga scala (macro-livello) che hanno causato inizialmente il raggrupparsi e il coesistere di tali condizioni patologiche.
Nel 2019 Lancet ha pubblicato un report specifico sul tema della sindemia, in cui l’obesità e la malnutrizione venivano considerate come la più grande sfida del ventunesimo secolo, una sindemia globale che colpisce e influenza potenzialmente chiunque in ogni regione del pianeta.
Sindemia e disuguaglianze
Il modello descritto mette il focus su una questione cruciale, che, superando il classico interesse per le popolazioni povere del mondo, è pienamente applicabile al mondo ricco e occidentale, caratterizzato appunto dal crescere di povertà e disuguaglianze sociali al suo interno.
Il termine si riferisce alla concentrazione di più malattie in una data popolazione, risultato di disuguaglianze sociali ed economiche persistenti. Il concetto si concentra sui casi in cui più problemi di salute interagiscono non solo biologicamente, ma anche tra loro e il contesto socioculturale, economico e fisico.
Va precisato che il termine sindemia non è sinonimo di co-morbidità: la novità del concetto risiede nell’importanza data alle condizioni sociali che causano una delle due patologie, anzi addirittura si può considerare la sindemia come l’incontro di una patologia con condizioni sociali difficili o con fattori di rischio legati alle condizioni sociali. La sindemia è quel fenomeno, osservato a livello globale, per cui le fasce svantaggiate della popolazione risultano sempre più esposte alle malattie croniche e allo stesso tempo sempre più povere.
L’approccio fornisce una cornice concettuale utile per realizzare interventi appropriati di politiche sanitarie e invita a considerare l’intreccio di pattern di fattori sociali e fisiopatologici che interagiscono tra loro e modificano, aggravandole, le traiettorie delle singole malattie. Adottare un approccio sindemico innova il mondo sanitario perché invita, in primis il clinico, ad allargare lo sguardo per identificare le barriere e le circostanze che causano o comunque esacerbano le condizioni patologiche (Collecchia, 2019). In questa prospettiva assumono rilievo particolare reti di connessione tra lo stato di salute/malattia e i determinanti socioeconomici che ne determinano diffusione e progressione, superando la frammentazione assistenziale tipica dei sistemi sanitari classici.
Il modello sindemico può essere applicato nello studio delle disuguaglianze sociali sia a livello individuale, clinico, sia di popolazione, soprattutto in comunità con sfavorevoli condizioni di vita legate a difficoltà economiche, disuguaglianze sociali e inadeguato accesso alle cure. Le implicazioni riguardano tutte le azioni volte a limitare le disuguaglianze sociali e l’esposizione a fattori ambientali nocivi, in una prospettiva generale di attenzione alla tutela e alla promozione dei diritti umani (Boldrini, 2017).
Chi vive in una zona a basso reddito o altamente inquinata, corre un maggior rischio di contrarre tumori, diabete, obesità o un’altra malattia cronica. Allo stesso tempo, la maggiore probabilità di contrarre infermità fa salire anche le possibilità di non raggiungere redditi o condizioni di lavoro che garantiscano uno stile di vita adeguato, e così via, in un circolo vizioso. Per esempio, le persone in difficoltà spesso sono afflitte anche da malattie polmonari (fumano di più dei benestanti) e obesità (perché sono costrette a mangiare cibo-spazzatura) o sono comunque indebolite da anni di privazioni. Inoltre, le persone fragili hanno spesso difficoltà a evitare contatti sociali rischiosi. Tutti questi fattori sin-agiscono (agiscono insieme) e rendono le infezioni più probabili e i loro esiti più letali.
L’interazione negativa risulta notevolmente accentuata in contesti caratterizzati da condizioni sociali quali povertà, migrazione, discriminazione, violenze, che favoriscono disturbi mentali e malattie, per la concomitanza di situazioni stressanti, iperalimentazione e ridotta attività fisica.
Conclusioni
Un approccio sindemico favorisce la ricerca/sperimentazione di profili di salute che si caratterizzano per la piena considerazione dei diritti di cittadinanza delle persone, identificando i gruppi di popolazione a rischio e contrastando le disuguaglianze di salute mediante interventi settoriali e intersettoriali rivolti a specifici determinanti di salute (ambiente, lavoro, stili di vita, ecc.) (Collecchia, 2019).
Un approccio syndemics-oriented è innovativo e rilevante se non si limita a essere strumento di lettura qualificata della realtà ma se influisce sull’azione, per realizzare una progettualità esplicita, documentabile, effettiva. Il modello si pone, dunque, in una prevalente prospettiva di “public health”, con un deciso orientamento a sottolineare i determinanti socio economici nella diffusione e progressione delle malattie. Le implicazioni operative non riguardano solo le politiche strettamente sanitarie e il diritto alla salute, ma tutte le politiche che possono limitare le disuguaglianze sociali e l’esposizione a fattori ambientali nocivi, in una prospettiva generale di attenzione alla tutela e alla promozione dei diritti umani.
Riferimenti bibliografici
- Boldrini P. (2017), “Modello sindemico e modello IcF: separati alla nascita?”, Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, 10 maggio 2017, www.simferweb.it, [consultato il 26 gennaio 2021].
- Collecchia G. (2019), “Il modello sindemico in medicina. Dalla ricostruzione dei contesti sociali e sanitari, alla restituzione dei diritti di cittadinanza”, Recenti Prog Med; 110(6), 271-274.
- The Lancet Commissions (2019), The Global Syndemic of Obesity, Undernutrition and Climate Change: The Lancet Commission Report, 393: 791-846.
- Mendenhall E., B.A. Kohrt, S.A. Norris, D. Ndetei, D. Prabhakaran (2017), “Non-communicable disease syndemics: poverty, depression and diabetes among low-income populations”, Lancet, 389: 951-963.
- Muzzi A., A. Panà (2019), “La sindemia: una moderna tendenza della sanità pubblica”, Ig Sanità Pubblica, 75(3), 177-180.
- Singer M. (1996), “A dose of drugs, a touch of violence, a case of AIDS: conceptualizing the SAVA syndemic”, Free Inq Creat Sociol, 24: 99-110.
Suggerimenti di lettura
- Horton R. (2020), “Covid-19 is not a pandemic”, Lancet, 396:874.
- Tsai A.C., E. Mendenhall, J.A. Trostle, I. Kawachi (2017), “Co-occurring epidemics, syndemics and population health”, Lancet, 389:978-982.
- Willen S.S, M. Knipper, C.E. Abadìa-Barrero, N. Davidovitch (2017), “Syndemic vulnerability and the right to health”, Lancet, 389:964-977.