Religione

Il termine religione rimanda, innanzitutto, a insiemi - variamente razionalizzati - di credenze circa l’esistenza di una realtà sovrannaturale. In secondo luogo, la religione, pur riguardando la realtà sovrannaturale, si configura come uno schema culturale in grado di attribuire un significato ad eventi naturali e a fenomeni sociali, contribuendo così a legittimare - o a delegittimare - questi stessi eventi e fenomeni. Più in generale, la religione è in grado di orientare i comportamenti individuali e collettivi in moltissimi ambiti dell’esistenza associata. Essa produce una specifica morale, ossia norme di condotta interiore ed esteriore alle quali i credenti sono chiamati ad attenersi in ogni occasione di vita. Attorno alla religione, alle sue credenze e a si suoi riti si costituiscono, usualmente, associazioni, sette e vere e proprie chiese. Tra la religione e le disuguaglianze sociali sussistono molteplici legami di rilevante interesse analitico.

I temi specifici identificati in questa sezione del portale riguardano:

• comportamento religioso;

• influenze sociali della religione.

In prospettiva sociologica, il termine religione rimanda, innanzitutto, a insiemi - variamente razionalizzati - di credenze circa l’esistenza di una realtà sovrannaturale, non conoscibile tramite le usuali esperienze di vita, ma alla quale il fedele può accedere grazie alla partecipazione a sistematici processi di formazione spirituale, ad adeguati rituali celebrativi e ad opportune pratiche di culto. In secondo luogo, la religione, pur riguardando la realtà sovrannaturale, si configura come uno schema culturale in grado di attribuire un significato ad eventi naturali e a fenomeni sociali. In tal modo, essa può contribuire a legittimare, o a delegittimare, questi stessi eventi e fenomeni.
Più in generale e, si può dire che la religione sia in grado di orientare il comportamento dei credenti, ma non solo di essi, in moltissimi ambiti dell’esistenza associata. Essa produce una specifica morale, ossia norme di condotta interiore ed esteriore alle quali i credenti sono chiamati ad attenersi in ogni occasione di vita. Infine, attorno alla religione, alle sue credenze e ai  suoi riti si costituiscono, usualmente, associazioni, sette e vere e proprie chiese. Sono soprattutto queste ultime a produrre gerarchie di carattere sacrale. Il fondamento primo di queste gerarchie è, ovviamente, dato dalla distinzione tra i sacerdoti e i semplici fedeli, con i primi che mediano - più o meno intensamente, in dipendenza dalle specifiche confessioni - il rapporto tra i secondi e la divinità. Ma altre e più articolate distinzioni gerarchiche possono esistere, nelle chiese, anche internamente al clero.
In quanto originano, o, almeno, possono originare, disparità di prestigio e di altri vantaggi di carattere laico e mondano, le gerarchie sacrali diventano rilevanti nello studio di alcuni aspetti delle disuguaglianze sociali. Ma il ruolo della religione nella loro strutturazione è ben più ampio. Per suo tramite - ed esattamente tramite la sua produzione di norme morali e la sua funzione di legittimazione, positiva o negativa, degli assetti sociali nei quali essa si trova ad agire - i meccanismi generativi e la configurazione complessiva dei sistemi di stratificazione sociale possono esserne fortemente indeboliti o, all’opposto, considerevolmente rafforzati.
Tra religione e disuguaglianze sociali sussistono altri legami di rilevante interesse analitico, nei quali però, la religione si configura più come una realtà agita e meno come un soggetto agente. Essi riguardano, in primo luogo, i fenomeni di vera e propria discriminazione sociale, positiva o negativa, di cui possono essere fatti oggetto - come tutt’oggi sta avvenendo in varie aree geografiche - individui e gruppi in quanto professano una determinata religione. E riguardano poi la diversificazione dei comportamenti religiosi in funzione della collocazione delle persone nelle varie posizioni sociali.
Di recente, lo studio dei nessi tra religioni e strutture di disuguaglianza si è complicato per effetto del processo di proliferazione - in atto in molte società avanzate - di sette e di chiese. Sembra, quasi, che in tali società si stia formando una sorta di mercato religioso. In esso le diverse organizzazioni competono, in modi più o meno silenti, nel presentare offerte spirituali, se così possiamo chiamarle, variamente attraenti e convincenti. Diventa, così, sensato chiedersi in quali gruppi sociali le diverse organizzazioni religiose reclutino i loro fedeli e quali siano i differenziali di influenza sociale esistenti tra esse.