Glossario

Il "Glossario delle disuguaglianze sociali" mira a realizzare una raccolta di voci specificamente dedicate alla problematica delle disuguaglianze economiche e sociali, nella prospettiva di uno strumento di conoscenza e di informazione di base, durevole e continuativo. Le voci presenti sul portale - curate da professori, ricercatori ed esperti sui temi di interesse del Glossario - rappresentano il solido inizio di un progetto sempre attivo e in continua espansione. Pertanto, se pensi che sia ancora assente nel Glossario qualche argomento di rilevo nello studio delle disuguaglianze sociali, non esitare a segnalarcelo (glossario@fondazionegorrieri.it).

Indennità di disoccupazione e licenziamenti

Scritto da: Andrea Albanese

 

Definizione

Gli ammortizzatori sociali come l’indennità di disoccupazione sono strumenti volti al sostegno del reddito del lavoratore in caso di perdita del proprio lavoro. Questi strumenti possono però disincentivare la ricerca di un nuovo lavoro come la letteratura empirica ha piú volte dimostrato (vedasi ad esempio Card e Levine (2000), Lalive et al. (2006) Schmieder e von Wachter (2016)). Gli effetti negativi sull’occupazione potrebbero però andare al di là della sola creazione di posti di lavoro. Secondo la teoria economica, l’ammissibilità all’indennità di disoccupazione potrebbe infatti anche aumentare la probabilità di interruzione dei lavori già in essere. In primo luogo, la possibilità di beneficiare di un periodo remunerato senza lavoro potrebbe portare alcuni lavoratori a causare il proprio licenziamento (es: Shapiro e Stiglitz, 1984; Jurajda, 2002). In secondo luogo, le imprese potrebbero usare tali strumenti al fine di aggiustare la propria forza lavoro in periodi di crisi e riassumere tali lavoratori in periodi di espansione (Feldstein, 1976, Jurajda 2003). Inoltre, le aziende potrebbero preferire licenziare i lavoratori coperti da ammortizzatori sociali al fine di preservare la propria reputazione verso gli altri lavoratori (Green e Sargent, 1998) o anche minimizzare le probabilità di contenziosi e posizioni ostili dei giudici del lavoro.

 

Lo studio

In un lavoro recente, Albanese et al. (2019) hanno studiato la relazione causale tra l’ammissibilità al sussidio di disoccupazione e la probabilità di licenziamento dei lavoratori in Italia. Lo studio si basa su un campione di 420,000 lavori full-time cominciati tra il 2005 e il 2012 che è stato estratto dagli archivi Inps. Al fine di ottenere delle stime causali per l’effetto del sussidio di disoccupazione sulla probabilità di licenziamento del lavoratore, Albanese et al. (2019) hanno implementato stimatori microeconometrici come difference-in-differences e regression discontinuity che sfruttano i requisiti di ammissibilità come fonte di esogeneità. Le stime mostrano un aumento della probabilità di licenziamento di circa 12% una volta i requisiti vengono soddisfatti. Nel complesso, circa 115,000 lavori cominciati tra il 2005 e il 2012 sono stati terminati a due anni dall’assunzione in Italia a causa del sussidio di disoccupazione.

Come mostrato nella Figura 1, questo effetto è concentrato nelle piccole aziende (+14%), dove il licenziamento è facilitato, nelle regioni del Sud italia (+24% vs +5% del Centro-Nord) e durante gli anni della crisi economica (+21%). In particolare, quest’ultimo suggerirebbe che un ruolo importante dell’azienda in questi licenziamenti addizionali. Infatti, durante la crisi economica i lavoratori dovrebbero essere meno portati a “causare” il proprio licenziamento siccome il loro reinserimento lavorativo una volta terminata l’indennità è più difficile. Inoltre, il 92% dei licenziamenti studiati sono legati a motivi economici piuttosto che a motivi disciplinari. Un effetto piú forte al Sud e nelle piccole aziende potrebbe anche essere dovuto a una maggior diffusione del lavoro nero in queste realtà, possibilità che però non può essere però testata nei dati amministrativi usati nello studio.

 

Figura 1. Probabilità di licenziamento entro 2 settimane (Y) dato settimane utili cumulate (X)

Nota: i requisiti per l’indennità di disoccupazione sono soddisfatti al raggiungimento di 52 settimane utili negli ultimi 2 anni (asse delle ascisse).

 

La ricerca infine mostra che l’abuso dell’indennità di disoccupazione possa anche avere conseguenze sull’occupazione dei lavoratori licenziati oltre la scadenza dell’indennità di disoccupazione. Come mostrato in Figura 2, i lavoratori licenziati e ammissibili all’indennità di disoccupazione hanno infatti una minore probabilità di trovare lavoro a 12 mesi dal licenziamento.

 

Figura 2. Probabilità di trovare lavoro entro 12 mesi dal licenziamento (Y) dato settimane utili cumulate (X)

Nota: i requisiti per l’indennità di disoccupazione sono soddisfatti al raggiungimento di 52 settimane utili negli ultimi 2 anni (asse delle ascisse).

 

Implicazioni di policy

Altri paesi come gli Stati Uniti hanno introdotto un sistema di experience rating per finanziare l’indennità di disoccupazione e limitare gli abusi, nella quale si prevedono aliquote contributive per le aziende che aumentano all’utilizzo dell’indennità di disoccupazione da parte dei propri lavoratori. In questa ottica, il ticket sui licenziamenti introdotto dalla legge Fornero potrebbe essere stato un passo nella giusta direzione anche se un experience rating completo dovrebbe riguardare anche i mancati rinnovi dei contratti a termine e non solo i licenziamenti. Il rischio altrimenti è quello di rendere ancora più attraenti i contratti a termine in un mercato duale come quello italiano.

 

Riferimenti bibliografici

  • Albanese A., M. Picchio, C. Ghirelli (2019), “Timed to Say Goodbye: Does Unemployment Benefit Eligibility Affect Worker Layoffs?”, Labour Economicsforthcoming.
  • Card D. e P. B. Levine (2000), “Extended benefits and the duration of UI spells: Evidence from the New Jersey extended benefit program”, Journal of Public Economics, 78(1-2), 107–138.
  • Feldstein M. (1976), “Temporary layoffs in the theory of unemployment”, Journal of Political Economy, 84(5), 937–957.
  • Green D. A. e T. C. Sargent (1998), “Unemployment insurance and job durations: Seasonal and non-seasonal jobs”, Canadian Journal of Economics, 31(2), 247–278.
  • Jurajda S., (2002), “Estimating the effect of unemployment insurance compensation on the labor market histories of displaced workers”, Journal of Econometrics, 108(2), 227–252.
  • Jurajda S. (2003), “Unemployment insurance and the timing of layoffs and recalls”, Labour, 17(3), 383–389.
  • Lalive R., J. C. van Ours e J. Zweimüller (2006), “How changes in financial incentives affect the duration of unemployment”, Review of Economic Studies, 73(4), 1009–1038.
  • Schmieder J. e T. von Wachter (2016), “The effects of unemployment insurance benefits: New evidence and interpretation”, Annual Review of Economics, 8, 547–581.
  • Shapiro C. e J. Stiglitz (1984), “Equilibrium unemployment as a worker discipline device”, American Economic Review, 74(3), 433–444.

 

Suggerimenti di lettura

  • Jäger S., B. Schoefer e J. Zweimüller (2019), “Marginal jobs and job surplus: A test of the efficiency of Separations”, NBER Working Paper Series, 25492, National Bureau of Economic Research, Inc.
  • Khoury L. (2019), “Unemployment benefits and the timing of redundancies: Evidence from bunching.”, Working Paper, 2019-14, Paris School of Economics.
  • Mortensen D. e C. A. Pissarides (1994), “Job creation and job destruction in the theory of Unemployment”, Review of Economic Studies, 61(3), 397–415.
  • Zweimüller J. (2018), “Unemployment insurance and the labor market”, Labour Economics, 53, 1–14.
Andrea Albanese
Ricercatore presso il Dipartimento di Mercato del Lavoro al Luxembourg Institute of Socio-Economic Research (LISER) e affiliato presso Ghent University (Belgio), IZA (Germania) e GLO (Olanda). Si occupa di economia del lavoro e valutazione di impatto delle politiche pubbliche ed economia dello sport. Nel 2016 ha vinto una VisitINPS Fellowship e ricevuto il premio per migliore tesi di dottorato per gli anni accademici 2014-2016 dall’AISSEC. Ha pubblicato su importanti riviste internazionali come Labour Economics, PLoS ONE, Oxford Economic Papers, Empirical Economics e Economics Letters.

Progetto realizzato da

Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali

Con il contributo di

Fondazione Cassa di Risparmio di Modena