Glossario

Il "Glossario delle disuguaglianze sociali" mira a realizzare una raccolta di voci specificamente dedicate alla problematica delle disuguaglianze economiche e sociali, nella prospettiva di uno strumento di conoscenza e di informazione di base, durevole e continuativo. Le voci presenti sul portale - curate da professori, ricercatori ed esperti sui temi di interesse del Glossario - rappresentano il solido inizio di un progetto sempre attivo e in continua espansione. Pertanto, se pensi che sia ancora assente nel Glossario qualche argomento di rilevo nello studio delle disuguaglianze sociali, non esitare a segnalarcelo (glossario@fondazionegorrieri.it).

Fondo sociale europeo (FSE)

Scritto da: Filippo Damiani

 

Cos’è il Fondo Sociale Europeo

Il Fondo Sociale Europeo (FSE) è uno dei cinque Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE) e, insieme al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e al Fondo di Coesione (FC), costituisce la cosiddetta politica di coesione europea.

La funzione principale dell’FSE è quella di sostenere i progetti in materia di occupazione in tutta Europa e di investire nel capitale umano dell’Europa, ossia nei lavoratori, nei giovani e in tutti coloro alla ricerca di un lavoro (Fondi strutturali e di investimento europei, 2020).

L’FSE offre un importante supporto nel raggiungimento degli obiettivi della strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Nel concreto, il Fondo Sociale Europeo supporta le sfide specifiche di ogni Stato Membro in materia di:

  • Livello di occupazione e qualità dei posti di lavoro;
  • Accesso al mercato del lavoro;
  • Mobilità geografica ed occupazionale dei lavoratori;
  • Adattamento dei lavoratori ai cambiamenti industriali e dei sistemi produttivi;
  • Istruzione e formazione a livello elevato per tutti;
  • Passaggio dall’istruzione all’occupazione per i giovani;
  • Lotta alla povertà;
  • Inclusione sociale;
  • Uguaglianza di genere, non discriminazione e pari opportunità;
  • Attuazione delle riforme, con particolare attenzione ai settori dell’occupazione, dell’istruzione, della formazione e delle politiche sociali.

La Commissione monitora i risultati dell’FSE attraverso opportuni indicatori di output sia nel breve termine che nel lungo periodo. Tutti i dati sono suddivisi per genere (Unione Europea, 2016).

 

Fondo Sociale Europeo 2014-2020

Il Fondo Sociale Europeo entra in vigore con l’adozione del Regolamento UE n° 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013. Infatti, il Regolamento reca disposizioni che interessano tutti i cinque Fondi SIE.

Nella parte terza del Regolamento trovano spazio le “disposizioni generali applicabili ai fondi della politica di coesione, incluso quindi l’FSE. L’allegato IX contempla la metodologia per determinare la quota minima dell’FSE per ogni Stato Membro. La quota base è stabilita su base regionale ed è il risultato di una ponderazione che tiene conto (a favore) della popolazione di una regione, del tasso di disoccupazione, dell’istruzione terziaria, dell’abbandono scolastico prematuro e del PIL pro-capite. Viene quindi stabilita una quota supplementare a favore dell’FSE in base al tasso di occupazione di una regione: più basso è il dato e maggiore è la percentuale di quota supplementare; in particolare, si va da nessun incremento per le regioni aventi un tasso di occupazione superiore al 75% a un incremento dell’1,7% per le regioni il cui tasso di disoccupazione è inferiore al 65% (Regolamento n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013).

Nell’ambito degli obiettivi tematici del periodo 2014-2020, l’FSE supporta gli ultimi quattro, quelli relativi alla crescita inclusiva. In particolare, il 20% delle risorse totali dell’FSE viene attribuito da ogni Stato Membro all’obiettivo tematico 9, riguardante la promozione dell’inclusione sociale e la lotta alla povertà e a ogni forma di discriminazione. L’FSE, inoltre, contribuisce per 3,2 miliardi di euro all’Iniziativa a favore dell’Occupazione Giovanile (IOG), per sostenere l’integrazione dei giovani con meno di 25 o 30 anni nel mercato del lavoro (Unione Europea, 2016).

Per quanto riguarda, invece, gli investimenti, il Fondo Sociale Europeo rappresenta il 18,2% della spesa totale predisposta dall’UE per l’attuazione del programma Orizzonte 2020, corrispondente alla cifra di quasi 84 miliardi di euro. I Paesi che hanno ricevuto più finanziamenti tramite l’FSE sono la Polonia (quasi 13 miliardi) e l’Italia (poco più di 10 miliardi). Considerando i programmi statali di co-finanziamento di tutti gli Stati Membri, ad aprile 2020 (in prossimità di fine periodo di programmazione) è stato speso circa il 40% del totale dell’FSE e impegnato l’85% (Fondi strutturali e di investimento europei, dati, 2020).

Alcuni ricercatori si sono occupati di studiare gli effetti degli investimenti implementati attraverso il Fondo Sociale Europeo, soprattutto relativamente alla lotta alla disoccupazione giovanile. I risultati mostrano che gli sforzi dei Paesi europei nell’attuare politiche inclusive si sono visti, anche se a livelli diversi, poiché i singoli Stati godono di molta discrezione nell’utilizzo delle risorse finanziarie del Fondo. Vengono altresì suggerite alcune indicazioni per migliorare gli effetti dell’FSE in futuro, in particolare rendendo disponibili sempre più dati che consentano il monitoraggio dei risultati e la comparazione tra le varie regioni (Bussi et al., 2019).

 

Il Fondo Sociale Europeo in Italia

Il Fondo Sociale Europeo (unitamente agli altri Fondi SIE) spettante all’Italia viene introdotto dal cosiddetto “accordo di partenariato per l’Italia, 2014-2020” firmato a Bruxelles nell’ottobre 2014. Il documento rende esplicito che la quota dell’FSE spettante all’Italia, nell’ambito della dotazione dei fondi della politica di coesione è superiore alla quota minima necessaria, pari al 26,5%. In Italia verranno investiti circa 4 miliardi per promuovere un’occupazione sostenibile di qualità e altri 3 miliardi nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente (Commissione Europea, 2014).

In totale, le risorse programmate per l’Italia tra fondi UE e co-finanziamenti statali ammontano a quasi 20 miliardi di euro. L’accordo di partenariato firmato nel 2014 viene poi modificato l’8 febbraio 2018, con la “Decisione di esecuzione C(2018)598” al fine di aumentare le risorse comunitarie destinate all’Italia. L’FSE dispone quindi ora di 1,6 miliardi in più rispetto agli accordi originali (Camera dei Deputati, 2019).

Esaminando i dati reali, di 44,5 miliardi stanziati dall’UE per l’Italia tramite i Fondi SIE, il 22,8% concerne l’FSE (attualmente 10,1 miliardi impegnati). Tra finanziamenti UE e co-finanziamenti statali, ad aprile 2020 sono stati spesi circa 5,5 miliardi di euro per programmi riguardanti la crescita inclusiva, pari al 32% del totale. Questo dato è al di sotto della media europea di 10 punti percentuali (Fondi strutturali e di investimento europei, dati, 2020).

Diamo ora uno sguardo al Fondo Sociale Europeo previsto per il periodo di programmazione 2021-2027, denominato Orizzonte Europa.

 

Il Fondo Sociale Europeo Plus (2021-2027) e il Pilastro dei diritti sociali

A partire dal 2021, l’FSE si trasforma in Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), incorporando il Fondo a sostegno dell’occupazione giovanile (in inglese, Youth Employment Initiative) e il Fondo europeo per l’aiuto ai più poveri (in inglese, Fund for European Aid to the Most Deprived). L’ammontare totale destinato all’FSE+ sarà di 100 miliardi di euro (circa 16 in più rispetto al periodo 2014-2020). Saranno introdotti criteri riguardanti il cambiamento climatico e i fenomeni migratori come parametri per la distribuzione dei finanziamenti dell’FSE+. Inoltre, il 62% dell’FSE+ e del FESR saranno destinati alle regioni meno sviluppate, contro il 53% del periodo precedente (Unione Europea, 2019).

Il 30 maggio 2018, a Bruxelles, viene pubblicata la proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo all’FSE+, dopo aver stabilito il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027. Con l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali si rende esplicito come l’obiettivo che si intende raggiungere tramite l’FSE+ è la realizzazione di un’Europa sociale, più efficiente e resiliente (Commissione Europea, 2018).

Il Pilastro europeo dei diritti sociali stabilisce una serie di principi e diritti fondamentali per sostenere mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e ben funzionanti. L’obiettivo primario è generare un processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa alla luce anche delle nuove forme di occupazione derivanti dagli sviluppi tecnologici e dalla rivoluzione digitale. Il Pilastro si articola in tre Capi, il cui contenuto si può così riassumere:

Capo I – Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro

  1. Istruzione, formazione e apprendimento permanente;
  2. Parità di genere;
  3. Pari opportunità;
  4. Sostegno attivo all’occupazione;

Capo II – Condizioni di lavoro eque

  1. Occupazione flessibile e sicura;
  2. Retribuzioni;
  3. Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento;
  4. Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori;
  5. Equilibrio tra attività professionale e vita familiare;
  6. Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati;

Capo III – Protezione sociale e inclusione

  1. Assistenza all’infanzia e sostegno ai minori;
  2. Protezione sociale;
  3. Prestazioni di disoccupazione;
  4. Reddito minimo;
  5. Reddito e pensioni di vecchiaia;
  6. Assistenza sanitaria;
  7. Inclusione delle persone con disabilità;
  8. Assistenza a lungo termine;
  9. Alloggi e assistenza per i senzatetto;
  10. Accesso ai servizi essenziali.

L’FSE+ avrà un ruolo fondamentale nell’attuazione dei diritti contenuti nel Pilastro, a tutela di una maggiore inclusione e coesione sociale (Commissione Europea, 2017).

 

Riferimenti bibliografici

  • Bussi M., B. Hvinden e M.A. Schøyen (2019). “Has the European Social Fund been effective supporting young people?”, in B. Hvinden, C. Hyggen, M.A. Schøyen, T. Sirovátka (a cura di), Youth unemployment and job security in Europe. Edward Elgar.  
  • Camera dei Deputati (2019), I fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020, Roma, Camera dei Deputati.
  • Commissione Europea (2014), Sintesi dell’accordo di partenariato per l’Italia, 2014-2020, Bruxelles, Commissione Europea.
  • Commissione Europea (2017), Istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali, Bruxelles, Commissione Europea.
  • Commissione Europea (2018), Proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), Bruxelles, Commissione Europea.
  • Unione Europea (2016), Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020: testi e commenti ufficiali, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea.
  • Unione Europea (2019), Allocation of Cohesion policy funding to Member States for 2021-2027, European Court of Auditors.

 

Suggerimenti di lettura

  • European Anti Poverty Network (2017), Diritti sociali cuore pulsante d’Europa. La risposta di EAPN al Pilastro europeo dei diritti sociali, Bruxelles, European Anti Poverty Network.
  • Fondi strutturali e di investimento europei (2020) Informazioni generali. Link
  • Fondi strutturali e di investimento europei (2020) Dati. Link
  • Jepsen M e P. Pochet (2018), La dimensione sociale europea in prospettiva, Bruxelles, European Trade Union Institute.
Filippo Damiani
Laureato in “Languages for the communication in international enterprises and organisations” nel 2018 presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, sta attualmente svolgendo un programma di doppio dottorato presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (Dipartimento di Economia e Fondazione Marco Biagi) in “Lavoro, Sviluppo e Innovazione” e presso la Universidad Pablo de Olavide di Siviglia in “Scienze sociali”. Le sue aree di interesse sono le politiche europee di sviluppo regionale, con particolare attenzione all’innovazione e alle disuguaglianze di genere.

Progetto realizzato da

Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali

Con il contributo di

Fondazione Cassa di Risparmio di Modena