ARTICOLI MAGGIO 2015
La disuguaglianza divide il mondo
Perché se è vero che, come sostiene Stiglitz, le disuguaglianze sociali e la sempre più scarsa mobilità sociale sono frutto dei meccanismi economici di mercato, è solo grazie a mirate e lungimiranti scelte politiche che si può provare a porvi rimedio.
di Armando Massarenti su Il Sole24ore del 30 maggio 2015
Le disuguaglianze che minacciano l’Europa
Nel periodo 2008-2014 le diseguaglianze sono aumentate a causa del circolo vizioso disoccupazione-riduzione dei salari-recessione.
su Sbilanciamoci del 30 maggio 2015
Un italiano su tre dichiara meno di 10mila euro. Commercianti in povertà
Quasi un terzo dei 41 milioni di contribuenti italiani dichiara un reddito inferiore ai 10.000 euro lordi annui. Il dato emerge dalle dichiarazioni dei redditi dell’anno scorso, riferite al 2013. In media ad avere le entrate più basse sono i lavoratori dipendenti con datore di lavoro persona fisica...
su Repubblica del 29 maggio 2015
Né lavoro né studio per un giovane su quattro
Ce lo ripete l’Ocse (ma ce l’aveva già detto l’Istat): il problema numero uno per l’Italia del lavoro è dare occupazione ai giovani. Nel mese di marzo, infatti, l’Istituto di statistica aveva registrato un nuovo record del tasso di disoccupazione dei 15-24enni: 43,1%.
di Rita Querzè su Corriere della sera del 28 maggio 2015
La situazione sociale del Paese secondo il Rapporto Istat 2015
L’indagine fotografa un’Italia in chiaroscuro, in cui si intravedono timidi segnali di ripresa ma in cui permangono numerosi elementi critici.
di Federico Razzetti su Secondo Welfare del 25 maggio 2015
L’Ocse fotografa l’Italia iniqua. Cresce il divario tra ricchi e poveri.
In Italia la crisi ha esacerbato le disparità di reddito, che sono tra le maggiori in Europa. Sulla base di un rapporto Ocse pubblicato oggi, il reddito medio del 10% più ricco della popolazione nella Penisola è pari a 11 volte quello del 10% più povero, mentre la media Ocse - pure a livelli record - è di un divario di 9,6 volte.
su Il Sole24ore del 21 maggio 2015
Le «breadwinner» e l’occasione da non perdere
Già emersa nel rapporto Istat 2014, la tendenza si è rafforzata nei 12 mesi successivi: anche in Italia cresce il numero di donne che mantengono la famiglia, spesso o quasi sempre in presenza di un partner disoccupato.
di Paola Pica su Corriere della sera del 21 maggio 2015
Aumentano disoccupati e inattivi. Italia in controtendenza sull’Ue
I dati del Rapporto annuale Istat. Nel 2014 i disoccupati sono 3,2 milioni e le forze di lavoro potenziali sfiorano i tre milioni e mezzo. Per la prima volta dal 2008, il tasso di disoccupazione scende nell’Ue ma non in Italia, dove si attesta al 12,7%I dati del Rapporto annuale Istat.
su Redattore Sociale del 20 maggio 2015
Sul reddito minimo non c’è da improvvisare
Al di là dei nomi, ciò di cui si parla, e che esiste già nella stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea, in molti Paesi Ocse e in diversi Paesi dell’America Latina, è una misura universalistica, non categoriale (cioè non limitata a una o un’altra categoria di poveri) di sostegno al reddito per chi si trova in povertà.
di Chiara Saraceno su Repubblica del 15 maggio 2015
Reddito minimo garantito: perché non possiamo più farne a meno
L’Italia ha tanti problemi, ma ce ne sono alcuni più gravi e urgenti di altri. Curiosamente, iniziano tutti con la lettera D: disoccupazione, disuguaglianza, e una distribuzione della ricchezza fortemente sbilanciata in favore delle generazioni più anziane.
di Francesco Cancellato su Linkiesta del 12 maggio 2015
Benessere di madri e bambini, l’Italia scende al dodicesimo posto
Rapporto Save the children sullo stato delle madri nel mondo. L’Italia si posiziona al dodicesimo posto nella classifica dei paesi dove madri e bambini vivono meglio, scendendo di un gradino rispetto all’anno precedente, per una lieve flessione nella partecipazione delle donne al governo nazionale e degli anni dedicati allo studio e scolarizzazione.
su Redattore Sociale del 5 maggio 2015
Quando povertà e lavoro vanno a braccetto
L’Italia ha maturato negli ultimi anni uno degli incrementi maggiori del rischio di povertà associata al lavoro. Sì, povertà e lavoro insieme: si chiama in-work risk of poverty ed è un fenomeno così nuovo che sembra uscito da un vicolo della Londra di Dickens, segnala il rischio familiare di sprofondare al di sotto della soglia di povertà relativa, con uno o più familiari che lavorano sottopagati.
su Sbilanciamoci del 3 maggio 2015
EVENTI
Seminario Irvapp, Fondazione Bruno Kessler
Michela Carlana
Shaping Educational Careers of Immigrant Children: Motivation, Cognitive Skills and Teachers’ Belief
Trento, 22 giugno 2015
IRS - Istituto per la ricerca sociale
Summer School - Management e ruoli di responsabilità nel welfare di domani
Passignano sul Trasimeno (PG), 30 giugno - 3 luglio 2015
Sbilanciamoci
L’economia com’è e come può cambiare
Urbino, 7-11 settembre 2015
ESPAnet - Italia
Welfare in Italia e welfare globale: esperienze e modelli di sviluppo a confronto
Fisciano (SA), 17-19 settembre 2015
IN LIBRERIA
Felice Roberto Pizzuti (a cura di)
Rapporto sullo stato sociale 2015
Ed. Simone, 2015
Antony B. Atkinsons
Inequality. Whay can be done?
Harward University Press, 2015
Angus Deaton
La grande fuga. Salute, ricchezza e origini della disuguaglianza
Ed. La Feltrinelli, 2015