ARTICOLI AGOSTO 2016
La doppia oppressione
Sentirsi a proprio agio nello spazio pubblico con il proprio corpo è stata per le donne una conquista recente e difficile, oltre che non priva di ambivalenze e di rischi vecchi e nuovi. Si può capire la pena e il disagio di fronte a chi, invece, appare ancora con un corpo chiuso in gabbia. Ma è accettabile passare dal divieto di scoprirsi a quello di coprirsi?
di Chiara Saraceno su Repubblica del 18 agosto 2016
Quei figli più poveri dei padri, gli anni Duemila come il Dopoguerra
La quasi totalità delle famiglie ha redditi inferiori rispetto alle generazioni precedenti. In un rapporto di McKinsey il record negativo del’Italia. Un trend che riguarda il 70 per cento della popolazione nell’Occidente sviluppato
di Federico Rampini su Repubblica del 13 agosto 2016
Povertà, Oxfam: oltre 500 milioni di giovani vivono con meno di 2 dollari al giorno
Il report diffuso oggi in occasione dell’International youth day, in vista World Social Forum di Montreal. Appello ai leader mondiali: "Devono lavorare perché il peso dell’estrema disuguaglianza economica e sociale non schiacci le nuove generazioni"
su Redattore Sociale del 12 agosto 2016
Sostegno per l’Inclusione Attiva: a che punto siamo?
Con la pubblicazione dei decreti parte la misura intermedia prevista in attesa dell’attuazione (dal 2017) del Reddito di Inclusione
di Chiara Agostini su Secondo Welfare del 11 agosto 2016
Abitazioni inadeguate: costi e conseguenze per l’Europa
Secondo uno studio di Eurofound l’inadequate housing costa al Vecchio Continente oltre 194 miliardi di euro. Ma si può affrontare.
di Chiara Lodi Rizzini su Secondo Welfare del 10 agosto 2016
Un dipendente? Lavora 43 anni per guadagnare come un top manager (in un anno)
Annuario R&S Mediobanca: un lavoratore medio occorrono 31 anni per guadagnare come il proprio consigliere delegato, mentre ne sono necessari 43 se il capo azienda è anche direttore generale o 37 se è anche presidente. Nelle top industriali ci sono tuttavia differenze di gran lunga più ampie...
di Sergio Bocconi su Corriere della sera del 9 agosto 2016
Giovani e anziani: a chi tocca la povertà?
Un tempo si sarebbe detto “povero vecchio!”, ormai bisognerebbe dire “povero giovane!”. La povertà sta caratterizzando sempre più i giovani. Già nel 2014, secondo l’ISTAT oltre l’8% dei giovani (18–34 anni) versava in condizioni di povertà assoluta contro il 4,5% dei vecchi (oltre i 65 anni).
di Innocenzo Cipolletta su Corriere della sera del 4 agosto 2016
Italia povera. Se 4 milioni vi sembrano pochi
In queste settimane si è parlato dei 4 milioni e mezzo di poveri residenti in Italia. La cifra, certificata dall’Istat, è davvero molto alta, più che doppia rispetto al 2005. Vediamo le caratteristiche dei poveri oggi e le condizioni sociali che favoriscono la deprivazione materiale.
di Ugo Carlone su Ribalta del 1 agosto 2016
ARTICOLI LUGLIO 2016
Ridurre l’ineguaglianza. Un criterio per selezionare indicatori per l’Italia nell’Agenda ONU 2030
La disattenzione per le ineguaglianze è causa primaria della crisi del capitalismo e dello scollamento tra classi dirigenti e ampie fasce della popolazione; nell’Agenda 2030 dell’ONU la riduzione delle disuguaglianze è una dimensione irrinunciabile dello sviluppo, anche dei paesi avanzati; e, richiamando anche l’attività dell’ASviS, è un’occasione da non perdere per concentrare l’attenzione e il confronto su alcuni indicatori di disuguaglianza e sulla valutazione delle politiche per ridurla.
di Fabrizio Barca e Flavia Terribile su Eticaeconomia del 28 luglio 2016
Il vecchio e il nuovo della povertà assoluta in Italia
Dai dati recentemente pubblicati dall’Istat sulla povertà assoluta nel 2015 il 7,6% degli individui e il 6,1% delle famiglie si trovava in questa condizione. La povertà è cresciuta tra gli occupati e tra le famiglie di stranieri, in particolare quelle residenti al Nord.
di Elisabetta Segre su Eticaeconomia del 28 luglio 2016
Giovani sempre più poveri, anziani sempre meno: la questione generazionale esiste (e abbiamo le prove)
È esclusivamente tra gli anziani che nel 2015 la povertà è ulteriormente calata. A crescere maggiormente, nell’Italia della mini-ripresa, è stata la povertà dei giovani tra 18 e 34 anni. D’altra parte siamo un Paese che dedica il 27% della spesa sociale alle pensioni e solo il 2,8% alla famiglia
di Gianni Balduzzi su Linkiesta del 28 luglio 2016
Svimez: "Sud in crescita, ma il 2016 sarà già in frenata"
Il Pil del Mezzogiorno nel 2015 è aumentato dell’1 per cento, più della media nazionale (0,7), ma i buoni risultati sono legati ad eventi eccezionali: dal turismo che ha beneficiato dalla crisi internazionale all’accelerazione dell’uso dei Fondi Ue. Occupazione, la spinta del Jobs Act ha creato 94 mila posti.
di Luisa Grion su Repubblica del 28 luglio 2016
Stranieri e donne discriminati nell’accesso al mercato del lavoro in Italia
Non essere italiano dalla nascita rappresenta un ostacolo per trovare un lavoro, o un lavoro adeguato, per il 36,2% degli stranieri e il 22% dei naturalizzati” (Istat, 2015). Questi sono alcuni tra i maggiori risultati emersi dall’approfondimento tematico sull’integrazione di stranieri e naturalizzati nel mercato del lavoro, condotto dall’ISTAT nel secondo trimestre del 2014 all’interno della Rilevazione sulle forze di lavoro.
di Giovanni Busetta, Maria Gabriella Campolo, Demetrio Panarello su Neodemos del 28 luglio 2016
Perché cresce il paese dei poveri
In controtendenza con i dati positivi sull’occupazione, la povertà assoluta nel 2015 non solo non è diminuita, ma è aumentata, coinvolgendo quasi 400 mila persone in più rispetto al 2014 e raggiungendo 4 milioni e 598 mila persone, pari al 7,6 per cento della popolazione.
di Chiara Saraceno su Repubblica del 15 luglio 2016
In 4,6 milioni in povertà assoluta, a rischio stranieri e famiglie numerose
Record dal 2005: il 7,6% dei residenti nel 2015 è considerato povero, rispetto al 6,8% del 2014 e al 7,3% del 2013. In aumento al Nord, in particolare per gli stranieri, la povertà colpisce chi vive in città e le famiglie numerose
di Valentina Santarpia su Corriere della sera del 14 luglio 2016
La generazione rebus dei giovani "Né nè"
Ma cosa fanno veramente i Neet? Sono davvero solo dei forzati del divano oppure anche tra di loro passa una linea di ulteriore disuguaglianza? Una divisione che separa gli «esogeni», quelli che sono impegnati ogni giorno in un duro corpo a corpo con un mercato del lavoro che non vuole includerli, dagli «endogeni», gli scoraggiati che si sentono drammaticamente inadeguati e sono portati ad arretrare davanti a qualsiasi sfida?
di Dario Di Vico su Corriere della sera del 10 luglio 2016
EVENTI
Conferenza Espanet Italia
Modelli di welfare e modelli di capitalismo
Macerata, 22-24 settembre 2016
Internazionale a Ferrara
Ferrara, 29 settembre-2 ottobre 2016
Siaa - Società Italiana di Antropologia Applicata
Politiche, diritti e immagini sociali: sfide e proposte dell’antropologia pubblica
Trento, 19-21 dicembre 2016